Misofonia: la rabbia per i suoni
La misofonia, letteralmente “rabbia per il suono”, è una condizione psicopatologica caratterizzata da reazioni emotive, perlopiù di rabbia, e risposte fisiologiche, come l’aumento della frequenza cardiaca, ad alcuni tipi di suoni, che di per sé e comunemente non vengono considerati fastidiosi.
Nonostante si stia rivelando una condizione molto diffusa e disabilitante, poco si sa sulle sue cause e, purtroppo, anche su come trattarla.
La misofonia: come funziona?
I suoni che generano la reazione misofonica operano in modo automatico e immediato, generando risposte fisiologiche simili a quelle che entrano in gioco, quando ci troviamo faccia a faccia con un pericolo: aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna, della tensione muscolare e anche della sudorazione. In breve, il corpo si prepara all’attacco o alla fuga.
Durante questo stato di allerta generalizzata, il misofonico sperimenta emozioni violente ed estremamente negative, caratterizzate soprattutto da rabbia -che genera spesso anche vissuti di colpa e di inadeguatezza sociale- e cui, però, raramente si dà seguito, con uno sforzo di contenimento non indifferente.
Cos’è un “trigger”?
I suoni in grado di innescare lo stato misofonico, sono detti “trigger” (trad. “grilletto, innesco”).
I trigger possono differenziarsi molto da soggetto a soggetto, ma hanno caratteristiche ricorrenti. Essi sono
- prodotti da altri individui (non da cose o animali) ritenuti generalmente “innocui”
- associati a funzioni fisiologiche, quindi del tutto naturali, come la masticazione o la respirazione, ad esempio
- ripetitivi
In generale, tra i trigger misofonici si annoverano suoni prodotti
- dalla masticazione e/o dalla salivazione
- attraverso la bocca o il naso, come respirare, starnutire, soffiarsi il naso, tossire, ecc.
- con mani/dita, come tamburellare, premere una penna a scatto ecc. Devono essere ripetitivi.
A volte anche i movimenti ripetitivi suscitano rabbia come nella misofonia. In quel caso si parla di misokinesia, letteralmente “rabbia per il movimento”.
Un’interessante peculiarità dei trigger misofonici è rappresentata dal fatto che, qualora sia il soggetto misofonico stesso a produrre il suono, quest’ultimo non innesca alcun tipo di reazione.
Inoltre, la suscettibilità ai suoni trigger non è costante, ma può variare con il contesto, può dipendere da chi produce il rumore e dal grado di vicinanza che si ha con questo (spesso i suoni prodotti da persone più intime risultano più fastidiosi).
Quali sono i sintomi della misofonia?
Anche la sintomatologia varia enormemente da soggetto a soggetto, differenziandosi in termini di qualità, quantità, gravità ed età di insorgenza.
Dal punto di vista emotivo, le reazioni sono sempre contrassegnate negativamente e risultano sproporzionate se paragonate alla natura intrinseca dello stimolo che le ha innescate. Le più comuni sono:
- aggressività/rabbia
- estrema irritazione
- ansia/stress
- disgusto
- angoscia, derivante dal sentirsi “in trappola”
- impazienza
- panico
Dal punto fisiologico, le risposte osservate possono comprendere:
- tensione muscolare generalizzata
- aumento delle frequenza cardiaca, pressione arteriosa, temperatura corporea
- pressione a livello del petto, delle braccia, della testa o in tutto il corpo
- sudorazione a livello del palmo della mano
- difficoltà a respirare
- dolore
La maggior parte dei soggetti riferisce di essere afflitta dai sintomi tipici di questa condizione da sempre o dalla prima infanzia (anche se una percentuale non trascurabile ne riconduce l’insorgenza a stadi di vita successivi) e, inoltre, riporta un progressivo aggravamento dei sintomi nel tempo o in condizioni di stress prolungato.
Una curiostà
La misofonia ha il suo contrario. È la Risposta Autonoma del Meridiano Sensoriale (Autonomous Sensory Meridian Response – ASMR). Sulla quale ancora non ci sono abbastanza dati per esprimere un’opinione scientifica, ma che sta attirando l’attenzione di chi sta cercando di studiare la misofonia.
Chi volesse verificare a quale delle due categorie appartiene, se a quella dei misofonici o a quella che potremmo definire dei ‘filonici’, può prova con questo video.
La misofonia e la qualità della vita
Solitamente i soggetti misofonici tendono a sopprimere e a contrastare gli impulsi aggressivi di cui sono vittima, in quanto percepiscono irrazionali e smisurate le proprie sensazioni e, spesso, provano senso di colpa per gli istinti violenti esperiti.
Sporadicamente, l’emozione e la frustrazione possono portare il soggetto a inveire verbalmente o, ancor più raramente, a scagliarsi fisicamente contro la fonte del suono, nella prospettiva di metter fine a quella che, in alcuni casi, è una vera e propria agonia.
Più spesso, si assiste all’attuazione di strategie di evitamento (fuga, tappi per orecchie, cuffie auricolari) che consolidano e rafforzano i sentimenti avversivi nei confronti dei trigger.
Questo sottrarsi sistematicamente ai suoni temuti ha il potere di trascinare il soggetto nella spirale dell’isolamento (fino alla reclusione domestica), arrivando a incidere negativamente sui diversi ambiti della vita: sociale, lavorativo, relazionale.
Nei casi estremi, la condizione può rivelarsi invalidante e andare a compromettere totalmente l’autorealizzazione e l’autoaffermazione del singolo come parte integrante e attiva della collettività.
Dott.ssa Silvia Fornaro